Non insegnate ai bambini

Oltre alla lettera di cui raccontavo l’altro giorno, ce n’è un’altra che, nel percorso dei nostri primi 10 anni, ha avuto un importanza significativa. Sempre a dimostrazione che, a volte, le parole, soprattutto quelle scritte, hanno ancora un peso e un’energia che resistono al tempo. Vi lascio al racconto di Andrea….

“Andrea, dovresti proprio venire lì a Gorizia dove suono in orchestra perché facciamo una canzone bellissima cantata da una molto brava!!!”

Così quella sera, assieme a degli amici, accompagnammo Emilia in quel posto al confine, ormai superato dal tempo, tra Italia e Slovenia. Un bel concerto fino al momento in cui toccò alla cantante osannata da Emy. Cantò dapprima “I treni di Tozeur”, poi “Prospettiva Nevsky” seguita prima dell’immancabile “Per Elisa”, da una stupenda interpretazione di “Non insegnate ai bambini” di G. Gaber; inutile dire che la fantastica voce era quella di una grande Carla Bissi in arte Alice!

Giorni dopo spiegai ad Emilia che conoscevo bene Gaber e che quella canzone dal testo magico, la scrisse poco prima di morire come testamento finale.

Cominciai a farle conoscere un universo, quello degli intellettuali italiani, che lei non conosceva e quindi Parise, Gaber, Pasolini che nelle varie arti avevano descritto questo strano paese, l’Italia, anticipando tempo e situazioni che sono quelle attuali incorrendo spesso nella gogna bigotta di una Nazione provincialotta.

Così decidemmo di far conoscere G. Gaber… Sì! Lui… Il Signor “G”!

Mi misi in contatto con la Fondazione omonima e un simpatico… guarda caso… Simone, ci accolse a braccia aperte viste le nostre intenzioni di diffondere la conoscenza del Maestro presso le Scuole della Primaria.

Ci procurò una mostra fotografica e del materiale che andammo a ritirare a Milano nella sede della fondazione che altro non era che la casa dove Gaber viveva con la figlie e la moglie Ombretta Colli.

Insegnammo ai bambini canzoni come “La Libertà”, “Il Riccardo” e naturalmente “Non insegnate ai bambini” che Roberto aveva nel frattempo così delicatamente arrangiato per noi.

Naturalmente mancava l’approvazione all’arrangiamento e così mandai un file alla Fondazione. Il resto stà tutto nella lettera del Presidente di Fondazione Giorgio Gaber che autorizza ed elogia l’arrangiamento del Maestro Brisotto anche se già preceduta da una telefonata nella quale Simone mi anticopaca il permesso con queste parole:

“È molto dolce…al Maestro sarebbe certamente piaciuta!”

Anche questo sono “gli Orkestrani”

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Ho la testa tra le nuvole quel tanto che basta per bucarle e vederci dietro un po' di sole anche nelle giornate più grigie.

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