…scusa maestro, cos’è un Conservatorio?

31 maggio 2017, una classe della Scuola Primaria dove stasera suoneremo, assiste alla lezione concerto sulla direzione d’orchestra. Attentissimi, ordinati, fanno domande puntuali, nessuno, alla mia richiesta se ci sono domande, azzarda affermazioni tipo:”Dimmi bambino, come ti chiami intanto…” – “Genesio(nome di fantasia)… anche io ho una chitarra…”, i bambini, giustamente stimolati, sono curiosi e dubbiosi, intelligenti insomma. Così partono domande fantastiche, fino alla più fantastica di tutte che mi ha talmente colto impreparato da farmi, dopo una lunga sequela di divagazioni tematiche, dimenticare di rispondere. Una bambina non ha avuto la sua risposta… ho promesso che se verrà anche una sola bambina/o di quelli presenti alla lezione, sarà lei/lui a dirigere le prime battute del Concerto di questa sera. Don Corrado, il custode di quella meraviglia che è la chiesetta dei Templari, dice che ai ragazzi non piace la Musica Classica e mi fa vedere a lato dell’altare una specie di istallazione da concerto rock con tanto di percussioni, tastiera, effetti, casse… lui, il Conservatore, ha alzato la barriera della resa, ha ceduto alla moda che sparirà senza lasciare traccia di sé, in pochi anni sostituita dalla prossima moda senza memoria. Fuori, dove un tempo c’era la natura più ubertosa e la quiete paradisiaca della campagna, una distesa ininterrotta di viti… l’ennesima moda devastante, sconsiderata, che cancella il ricordo della natura rubando ai giovani, al futuro, la consapevolezza della bellezza. In cambio, per alcuni montagne di inutili ricchezze inutilizzate, per altri la solita povertà acuita dall’immagine orribile di quella monotona distesa verde. Il ricordo della bellezza… ecco cos’è un Conservatorio, Viola, così ti chiami ed il tuo nome è già in sé Musica, strumento e bellezza. Spiego ai ragazzi che il valore di un solo Stradivari, un pezzo di legno di circa un chilo, è superiore in proporzione, al valore di tutte le terre coltivate della provincia. Il Conservatorio, il nome è di per sé esplicativo, conserva! Come Don Corrado… come la conserva di pomodoro… no, non è una battuta… la tradizione della pazienza, dei tempi lunghi e del mettere via per i tempi magri, ha scaturito la tradizione… già, la tradizione… il ricordo… Oggi, 2 Giugno ne ricorre uno e noi lo onoreremo con il ricordo che abbiamo conservato nei nostri spartiti che abbiamo imparato a leggere con i lunghi tempi della pazienza per poter alleviare questi tempi così ricchi di cose inutili con il ricordo della bellezza messo alla fine delle nostre dita… dove comincia uno strumento… ed è di nuovo la bellezza!

Andrea

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Ho la testa tra le nuvole quel tanto che basta per bucarle e vederci dietro un po' di sole anche nelle giornate più grigie.

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